PARADISO PERDUTO
'La fede ci divide, la morte ci unisce'
Century Media, 2009
Punteggio: 8.5 / 10
Di Xenia
Parlare di PARADISE LOST significa citare uno dei riferimenti del Death-Doom Metal. Gli inglesi ci deliziano da quasi 20 anni in una carriera musicale fatta di alti e bassi, evoluzioni, ma, soprattutto, qualità compositiva.
Nei suoi due album precedenti, "Paradise Lost" e "In Requiem", abbiamo potuto verificare il ritorno alle origini, allontanandoci dai suoi album più "industriali", pur conservando parte delle loro influenze gotiche. Il nuovo album è proprio una logica evoluzione del precedente, sì, senza tante canzoni "riempitive" come è successo con 'In Requiem', solo alla fine dell'album possiamo dire qualcosa di negativo.
Con un inizio come "As Horizons End" ricordiamo l'età d'oro di "Draconian Times" e "Icon". Le canzoni dirette sono tornate accompagnate da chitarre superbe e dalla voce impressionante di Mr. Holmes. Allo stesso modo abbiamo "The Rise of Denial", con i riff caratteristici della band all'inizio, e "Fraility", tutti con un suono molto più metal rispetto agli album precedenti, non adatto a chi soffre di torcicollo. Con “I Remain” guardiamo indietro al passato, questa volta tenendo conto dell'era semi-gotica con ritornelli orecchiabili, molta melodia e parti atmosferiche. L'album segue più o meno una struttura simile in cui le radici sono costantemente presenti, con una produzione molto chiara, ideale per questo tipo di musica, ma allo stesso tempo con un suono aggressivo e scuro.
"Faith Divides Us, Death Unites Us" rompe il ritmo dell'album. È una canzone mid-tempo con suoni epici molto oscuri e un ritornello straziante, una delle migliori canzoni dell'album, se puoi sceglierne una.
Essendo uno dei pionieri insieme a MY DYING BRIDE e ANATHEMA non potevano dimenticare il loro passato e canzoni come "First Light", "Living With Scars" e "Last Regret" ne sono un buon esempio, con un suono molto pesante. Evidenziando soprattutto quest'ultimo, un gioiello che fa risaltare chiunque.
Il punto negativo di cui sopra si trova alla fine dell'album, con canzoni come "Universal Dream" e "In Truth" che, sebbene buone, riempiono solo l'album.
Molti vorranno che il gruppo torni ai suoi inizi e pubblichi opere inedite come "Draconian Times" ma, ammettiamolo, perché tornare al passato con un futuro così perfetto? È qualcosa di superfluo. Con un album della qualità di "Faith Divides Us, Death Unites Us" possiamo goderci il presente di PARADISE LOST senza perdere il suo passato. Un altro fantastico album da aggiungere alla tua collezione.
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